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Tardini, il nuovo canone è di 10mila euro annui

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La questione degli accordi tra il Comune di Parma (proprietario dell'impianto) e il Parma Fc dell'ex presidente Tommaso Ghirardi era stata uno dei temi caldi legati alle vicissitudini del club. Costi, affitti non pagati, esposti, penali e interrogazioni in Consiglio comunale avevano accompagnato la discesa verso il baratro del club e oltre.

In molti hanno accusato la gestione troppo benevola del Comune e della controllata Parma Gestione Entrate nei confronti del Parma Fc, in ritardo nei pagamenti. Accuse a cui l'Amministrazione Pizzarotti ha risposto a suo tempo con l'assessore al Bilancio Marco Ferretti.

DEBITI E POLEMICHE, IL CASO IN CONSIGLIO COMUNALE

Affidate le controversie alle aule del tribunale, voltata pagina, nome del club e compagine societaria cambiati, è stato il nostro lettore Armando ad aggiornare il punto ponendo quattro domande: quanto paga la società Parma Calcio 1913 per avere in concessione lo stadio Tardini? Quanto costano al Comune di Parma le operazioni di apertura dello stadio per le partite in casa? Chi paga i costi e gli straordinari del personale e delle forze dell’ordine impiegate per presidiare lo stadio durante le partite in casa? Chi paga la manutenzione del campo e i servizi di pulizia e manutenzione delle tribune per rendere agibile lo stadio per le partite giocate in casa?

Domande puntuali e pertinenti che Repubblica Parma ha girato al Comune, ente che ha a sua volta ha interpellato la società partecipata Parma Infrastrutture, competetente in materia. Ecco le risposte:

Parma Calcio 1913 paga un canone di concessione annuo che prevede due componenti diverse, così strutturate:
a) euro 10.000 (+ IVA) per l’uso dello stadio.
b) 4% degli incassi pubblicitari al netto delle imposte comunali sulla pubblicità, per una somma comunque non inferiore a € 10.000 +IVA per la gestione degli impianti pubblicitari.

2) Il servizio di modifica della viabilità è in carico al Comune a far data dal 1/10/2014.

3) Pulizia e manutenzione ordinaria dello stadio sono previste contrattualmente a carico di Parma Calcio 1913.

Si precisa altresì - chiarisce il Comune tramite Parma Infrastrutture - che tra gli obblighi contrattuali di Parma Calcio 1913 rientrano la custodia e la gestione della sicurezza dell’impianto (es.: stewarding durante gli incontri). Nel dettaglio oltre agli elementi forniti, a carico della società crociata vi à la gestione della gara (circa 20 mila euro a partita), la pulizia, la guardiania ed eventuali interventi di manutenzione straordinaria da realizzare in  accordo con l'ente. Complessivamente la gestione del Tardini comporta per il club una spesa di circa 700mila euro all'anno, cui sommare i costi per il centro sportivo di Collecchio.  La gestione della viabilità, così come in passato, rimane a carico dell'ente o della società Parma Infrastrutture, con costi ridotti rispetto, trattandosi di campionato di D. Riguardo alla locazione versata delle Zebre, il Comune ricorda che la cittadella del Rugby è in concessione alla Fir, la Federazione, in forza di una convenzione stipulata con l'ente.

L'assesore allo Sport Giovanni Marani - prima dell'avvio del torneo dii serie D - aveva chiarito che la convenzione tra Parma Calcio 1913 e Parma Infrastrutture sarebbe stata annuale.

Armando nel suo intervento ricordava che "1,4 milioni di euro era il debito del Parma calcio nei confronti del Comune di Parma. Per anni il Comune non ha fatto nulla per riscuoterli e col fallimento pagheranno tutti i cittadini" e protestava adducendo che "adesso, per quattro soldi neanche sufficienti a pagare il personale addetto ad aprire e chiudere i cancelli dello stadio, il Comune concede l’uso dello stadio Tardini a una neoformata squadra di serie D".

Una società di serie D, va sottolineato, che punta a tornare presto nel calcio professionistico, ha una gestione locale di cui fanno parte importanti e note realtà industriali e che può contare su una media di diecimila spettatori a partita casalinga, numeri difficilmente ospitabili in qualsiasi altro impianto di Parma e provincia che non sia il Tardini, struttura che ha una destinazione di uso sportiva da cui non è possibile prescindere.

Cattabiani (Cp): richieta di accesso agli atti - Intanto il dibattito, oltre a coinvolgere centinaia di lettori, attiva anche la politica. Franco Cattabiani, capogruppo di Civiltà Parmigiana in consiglio Comunale, annunncia che "provvederà immediatamente a formalizzare un'istanza di accesso agli atti per ottenere copia del contratto intercorrente".

Il consigliere ritiene che tale "atto sia dovuto sia per tutelare il Comune da informazioni parziali sia per rendere trasparente gli atti dell'Amministrazione e sopratutto verificare e permettere ciò anche agli stessi cittadini la coerenza del canone del Tardini con altri canoni pretesi per altri servizi: gli asili, l'affitto di impianti e palestre verso altre società sportive, il trasporto scolastico, gli alloggi delle case popolari e i canoni dei plateatici".

Purtroppo, ancora una volta, scrive Cattabiani, "occorre riscontrare, visti i precedenti, che l'assessorato allo Sport di Parma è più un assessorato al gioco: quello delle tre carte, peccato che la posta siano i soldi dei cittadini e non quelli dell'assessore Marani".

Il commento dell'assessore Marani - L’assessore allo Sport del Comune Giovanni Marani spiega a Repubblica alcuni dei punti oggetto del confronto tra i lettori.

Per quanto riguarda la convezione stipulata con Parma calcio 1913 lo scorso agosto, della durata di un anno, il delegato ha fatto presente che la scelta di un affidamento diretto è avvenuto nel quadro del Regolamento di gestione degli impianti sportivi dell’ente. “In base all’articolo 11, nel caso del Parma c’erano sia i termini di urgenza sia il fatto che la società era l’unica presente sul territorio a poter gestire un impianto delle dimensioni del Tardini. Un atto che ha un tempo limitato, e infatti è stato fissato con la durata di un anno. Ad agosto scorso, visti i molti ritardi nella definizione dei calendari, si è dovuto procedere in modo rapido. Nell’arco del periodo del contratto potremo fare valutazioni più complessive, e per la stipula della nuova convenzione valuteremo come procedere, anche con una gara, vedremo”.

Sul canone il delegato ha spiegato che il Comune ha compiuto una sorta di screening sulle situazioni di squadre importanti, ora in serie minori. “Si passa da Comuni che davano lo stadio gratis ad altri che chiedevano 30mila euro". Per esempio il Padova dovrà versare al Comune 50mila euro di canone per i prossimi due anni, mentre il Ravenna sport ha un canone di 10mila euro, ma il Municipio concede un rimborso di 75mila euro all'anno, a parziale copertura dei costi per le attività tecniche e gli interventi ordinari. "Noi abbiamo seguito - prosegue - una via di mezzo, riprendendo la vecchia convenzione e scomponendo il canone, stabilendo una somma di 20mila euro. C’è una parta fissa di diecimila euro e una legata agli incassi pubblicitari - come già riscontrabile nei dati pubblicati - che prevede il versamento del 4% con un minimo di diecimila euro. Se si fa di più, gli introiti diventeranno più rilevanti. Ci è sembrato, visto che c’era tutto da fare per la nuova società, di essere corretti nell’identificare un canone di 20mila euro, sia  per non essere vessatori sia per non regalare l’impianto, ma lasciandoci comunque una porta aperta in caso di successo. Abbiamo provato a essere equi in una situazione di una squadra in Serie D con un impianto da Serie A”.

Cifre che potranno essere riviste nella nuova convenzione, nella quale secondo Marani, verranno tenuti in contro altri fattori, una volta conclusa la fase di studio.

Infine per quanto riguarda lo stadio al momento non sono all’ordine del giorni lavori. “La commissione di Vigilanza dello scorso 24 settembre ha dato la completa agibilità del Tardini per 22mila e 100 posti. Non vi è necessità di interventi strutturali. Sono tematiche che si potranno aprire con la nuova società, ma adesso è prematuro”.


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